Dalla piccola Fabriano abbiamo supportato la visione di alcuni dei più grandi maestri della cultura occidentale.
Noi abbiamo fatto la carta. Loro hanno fatto la storia.
Maestri senza tempo

Antonio
Canova

Antonio
Canova
Antonio Canova, celebrato in tutto il mondo per le sue sculture in stile neoclassico, fu cliente delle Cartiere Fabriano. Sulla nostra carta realizzava diverse incisioni e disegni; uno di questi raffigura la «Figura femminile che si solleva la gonna», uno schizzo, un leggero disegno a matita su carta avorio Fabriano conservato nel Gabinetto disegni e stampe del Museo Biblioteca Archivio di Bassano del Grappa.

Bruno
Munari

Bruno
Munari
Grafico, designer, maestro di arte e creatività e tutt’ora amatissimo, anche Bruno Munari lavorò su carta Fabriano, in particolare, su fogli filigranati Fabriano, probabilmente da ricollegare alla serie di disegni «Guardiamoci negli occhi» (1970).

Federico
Fellini

Federico
Fellini
«Perché disegno i personaggi dei miei film? È un modo per cominciare a guardare il film in faccia, per vedere che tipo è, il tentativo di fissare qualcosa, sia pure minuscolo, al limite dell’insignificanza, ma che mi sembra abbia comunque a che fare col film, e velatamente mi parla di lui»: parola del cinque volte premio Oscar Federico Fellini. E, in un proficuo scambio da eccellenza a eccellenza, fu spesso proprio la carta Fabriano a ospitare i disegni del maestro…

Francesco
Rosaspina

Francesco
Rosaspina
Anche l’incisore Francesco Rosaspina amava i prodotti Fabriano, come scrisse di suo pugno in una lettera datata 7 luglio 1820, nella quale descriveva la carta prodotta in Fabriano dal Sig. Pietro Miliani come una carta da stampa di grande qualità, apprezzabile per pastosità, nitidezza, e candore.

Francis
Bacon

Francis
Bacon
Pittore anglo-irlandese tra i più influenti del secondo Novecento, Francis Bacon è legato a Fabriano per decine di disegni e collage realizzati a matita, a pastelli colorati e a olio sulla nostra carta. E per un particolare curioso. È una storia che coinvolge il giornalista Cristiano Lovatelli Ravarino, a cui Bacon tra il 1977 e il 1992 aveva donato diverse opere. Lovatelli Ravarino aveva infatti fornito all’artista molta della carta su cui quelle opere erano state eseguite; carta che, come certificato dai timbri in rilievo, proveniva dalle Cartiere Fabriano.
L’artista, le prime volte, senza capire il senso dei marchi, li aveva tagliati via: pensava infatti si trattasse di annunci pubblicitari. Si spiega dunque come mai diversi suoi disegni effettuati su carta Fabriano non presentino talloncini negli angoli. Col tempo, Bacon perse questa abitudine. Forse fu semplicemente informato dell’origine di quei segni…

Gabriele
D’Annunzio

Gabriele
D’Annunzio
Con D’Annunzio parliamo di carteggi privati, nello specifico, dello scambio epistolare del 1916 con Olga Brunner Levi, pianista e cantante triestina, avvenuta su una carta speciale.
I fogli, infatti, non testimoniano solo lo scoppio di una grande passione, ma anche la presenza di carta Fabriano, filigranata e con la sigla PMF Pietro Miliani Fabriano, dentro lo scrittoio dell’autore dell’Alcyone.

Raffaello
Sanzio

Raffaello
Sanzio
Filigrane provenienti dalla città di Giano: questa la prova che testimonia la comunanza di Raffaello Sanzio, tra i maestri dell’arte rinascimentale italiana, con le carte della produzione Fabriano. Marche raffaelliane sono state infatti raffrontate con filigrane storiche datate 1293-1798 in possesso dalla Fondazione Fedrigoni Fabriano. Il risultato? Una testimonianza preziosa del livello di popolarità raggiunto dalle carte Fabriano tra il XV e il XVI secolo, così alto da far arrivare i prodotti della cartiera tra le mani di uno degli artisti più amati dalla corte papalina.

Michelangelo
Buonarroti

Michelangelo
Buonarroti
Durante il Rinascimento, l’Italia dei comuni e delle signorie fu scossa da continui, e importanti, rivolgimenti politici. Nonostante le turbolenze, la produzione delle cartiere Fabriano non s’inceppò, e, anzi, aumentò per volume qualità. Insieme a reperti d’archivio, carte, filigrane, e documenti vari, testimonianza di questa fase straordinaria della vita della cartiera proviene da una lettera vergata da Michelangelo Buonarroti, attivo nella penisola proprio in quegli anni. Il contenuto è gioviale, quasi comico. Eppure, l’impronta delle Cartiere Fabriano rimane…
“Nicholò io non poteoti iersera alchanto de bischeri risponderti resoluto chome era l’animo mio di fare perché sendo cholui per chi voi mi parlavi presente e forse avendogli voi dato qualche speranza di quello che lui da me desiderava dubitai non vi fare vergognia e che io mischottessi più volte non dissi pero recisamente quello che arei dicto avoi solo e ora per questa ve lo fo intendere e questo è che io non posso pigliare nessuno gharzone per un certo rispecto a tanto mancho sendo forestiero però io vi dissi che non ero per far niente infra dua o tre mesi perchè epigliassi partito cioè perchè lamicho nostro non lasciassi qua el figliolo socto la mia speranza e lui non la intese marrispose che se io lovedessi che nocte in chasa co(n) me lo chaccerei nellecto io vidicho che rinuntio a questa chonsolatione e non la voglio torre allui però per mio chonto voi lo licentierete e stimo lo saprete fare e farete in modo che e(gli) senandraà chon tucto a voi mi rachomando
Vostro Michelagniolo in Firenze”

Ludwig
Van Beethoven

Ludwig
Van Beethoven
Op. 96 è l’ultima sonata per violino di Ludwig Van Beethoven, ed è uno spartito che, nella sua versione originale, presenta caratteristiche inusuali, tanto nel formato ma, soprattutto, nell’aspetto (356 x 244 mm contro il tipico 230 x 320 mm). Collazionando la filigrana con quella dell’op. 97, se ne identifica immediatamente la provenienza, del tutto particolare. Non, come accadeva per molti compositori asburgici, riconducibile a una qualsiasi cartiera dell’Impero; bensì una discendenza italiana, iscritta nelle iniziali PM – Pietro Miliani, delle Cartiere Miliani Fabriano – che siglavano la filigrana dello spartito.

Georgia
O’Keeffe

Georgia
O’Keeffe
Gli artisti statunitensi del Novecento amavano particolarmente la carta Fabriano. Tra questi John Marin, Jasper Johns, Berenice Abbott, Richard Serra e Georgia O’Keeffe, esponente del realismo cubista.
O’Keeffe realizzò diverse opere su carta Fabriano; due di queste (carboncini su carta vergata, entrambe del 1915) sono state certificate grazie alla filigrana recante il marchio PMF.

Giambattista
Bodoni

Giambattista
Bodoni
Bodoni, noto come il Principe dei Tipografi, fu anche stampatore, editore e incisore. A testimoniarlo, i caratteri da lui inventati, ancora oggi utilizzati ovunque nel mondo.
Del suo carteggio con Pietro Miliani si conservano diverse lettere, dal 1795 al 1813, che ci raccontano le rispettive attitudini: il perfezionismo di Bodoni, non privo di accessi passionali, e la serietà e deferenza di Miliani. Si nota anzitutto lo scambio tra il buon italiano del primo e le carenze grammaticali del secondo… Ma, al di là della lingua, rimane la dimensione di un incontro fondamentale per le sorti di entrambi. E del nostro futuro.

Giuseppe
Garibaldi

Giuseppe
Garibaldi
Condottiero e patriota, attore fondamentale dell’unità d’Italia, Giuseppe Garibaldi ci accompagna dai libri di scuola come “quello che fece i Mille”. Eppure, gli amanti della bella carta potrebbero ricordarlo anche per un altro fatto degno di nota: Garibaldi era grande utilizzatore di prodotti Fabriano, come dimostra questa lettera scritta da Caprera allo scrittore e anarchico Errico Malatesta il 30 settembre 1873.